Per un’avventura non è necessario volare migliaia di chilometri lontano. Un diversivo può offrirlo anche una microavventura, una vacanzina alla fine della settimana lavorativa. Per il nostro film «the berlin microadventure», Katharina e Henryk Berlet del travel blog «Out of Office» esplorano i dintorni di Berlino – con la nuova smart forfour edition crosstown. In questa intervista Katharina racconta della magia della strada, del suo amore per la città e di quanto l’ha arricchita la nostra microavventura.
Buongiorno, Katharina. Anzitutto la domanda classica: mare o montagna?
Katharina Berlet: Tutt’e due! A Henryk piace il mare, a me la montagna. Ma siamo anche entrambi aperti a ciò che è altro.

A dare lo start a «Out of Office» è stato un viaggio attorno al mondo che avete intrapreso insieme alla fine del 2013. Da dove è venuta l’ispirazione per un blog?
Katharina Berlet: Volevamo rendere partecipi anche altre persone della nostra nuova vita «out of office». Avevamo deciso insieme di viaggiare e di fare qualcosa per noi. Però allo stesso tempo volevamo continuare a essere produttivi. A questo proposito abbiamo capito in fretta che avevamo anche voglia di incominciare insieme un progetto, e così è nato il blog. La nostra primissima tappa è stata l’Africa, dove abbiamo esplorato l’isola di Zanzibar

E volutamente vi siete portati dietro aspetti del lavoro che svolgete nel mondo dei media a Berlino. Ma non avevate voglia di «staccare la spina»?
Katharina Berlet: Il nostro viaggio non era una fuga dalla quotidianità. Non eravamo insoddisfatti dei nostri lavori. Volevamo semplicemente fare nuove esperienze, e anche raggiungere un equilibrio tra lavoro e vita.


In quanto coppia, come lavorate insieme, da un punto di vista redazionale e creativo?
Katharina Berlet: Avevamo tutte e due competenze professionali che potevamo mettere al servizio del blog. Henryk l’elemento creativo, visuale, io la componente redazionale. Ovviamente il blog lo leggono anche amici, famiglia e parenti, ma fin dall’inizio per noi è stato chiaro che doveva anche avere una precisa impostazione editoriale. È in questo che il nostro progetto si distingue da un album di foto delle vacanze.
Viaggi a parte, è Berlino il centro delle vostre vite. Ogni tanto però bisogna scappare, vero?
Katharina Berlet: Quando restiamo a Berlino per due, tre settimane di fila, cosa che in realtà non accade così spesso, ci accorgiamo entrambi che la città richiede impegno e ci affatica. D’altra parte, se infili un sacco di viaggi uno dopo l’altro, cresce la nostalgia per un posto, un rifugio a cui tornare – e questo rifugio sono le nostre quattro pareti qui in città. Poter avere tutt’e due le cose, in un certo senso, è ciò che più ci rende felici.


Un viaggio on the road vi dà la stessa sensazione di «staccare» che offre un giro del mondo?
Katharina Berlet: Personalmente associo all’auto un fortissimo senso di libertà. Si può prendere e partire in modo relativamente veloce e senza troppe complicazioni. I roadtrip sono una magnifica occasione per viaggiare «slow». Ci si può fermare in qualsiasi momento, cogliere scene e panorami al bordo della strada, cambiare itinerario a seconda dell’ispirazione.


Per il nostro film avete esplorato il Brandeburgo con la smart forfour edition crosstown. Com’è andata il viaggio?
Katharina Berlet: Henryk e io ci siamo trovati benissimo con questa macchina. La smart forfour edition crosstown è molto indicata sia per muoversi in città, sia per fare gite nei dintorni. È estremamente comoda e maneggevole nel traffico cittadino. Inoltre è molto scattante. Divertirsi quando si guida è importante. Anche le dimensioni sono perfette. Avevamo con noi tutto quello che ci serviva: dentro lo spazioso bagagliaio e sul divano posteriore ribaltabile.

Che cos’è il bello di una microavventura?
Katharina Berlet: Una microavventura non richiede nessuna preparazione. La cosa che più ci intriga sono gli appuntamenti al buio con il mondo. Per esempio, se uno prima di un viaggio si mette a cercare su Google fotografie della sua meta, può andare incontro a delusioni. Naturalmente noi siamo attivi su Instagram e ci facciamo ispirare da impressioni visive. Ma è da tempo che non cerchiamo più di pianificare tutti i dettagli. Vogliamo partire con gli occhi ben aperti e vedere quel che succede. E una microavventura è certo la cosa migliore per questo. Si tratta davvero soltanto di salire in macchina e mettersi in strada.


Ma una microavventura non comporta una serie di disagi?
Katharina Berlet: No. In verità non ci dispiace darci un bel po’ da fare per un paio di giorni – con un bagaglio minimal e senza troppo lusso. Però poi ci piace anche, a conclusione di una gita, andare a mangiar bene o concederci un bell’hotel. Apprezziamo molto tutti e due questo equilibrio.
Cosa vi portate a casa, dopo una microavventura al lago di questo tipo?
Katharina Berlet: Quel che uno ne ricava veramente è una nuova dimensione temporale. Un fine settimana o una notte all’aperto è un’esperienza molto più intensa e complessa – poi ti senti come se avessi fatto una breve vacanza. La tua vita di tutti i giorni si ritira in un luogo molto lontano. Ti senti arricchito dalle esperienze e dai discorsi fatti insieme. E io da questo attingo così tanta energia che mi verrebbe voglia di ripartire subito il weekend successivo.


Qual è la prossima meta per te e Henryk?
Katharina Berlet: Alla fine dell’anno ci aspetta il Marocco, ma prima abbiamo in progetto le Alpi. Deserto e neve, cosa c’è di meglio per chiudere l’anno?

Vivi la microavventura con Katharina e Henryk. Vai al film.
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Produzione e direzione creativa: smart magazine
Regia, fotografia, montaggio e musica: Broken Bloke Production